martedì 26 novembre 2013

Frankenstein junior, ma non troppo - Lo speciale

Stasera, in molti cinema selezionati (quelli convenzionati con Nexo Digital) verrà proiettata la versione  restaurata e digitalizzata di Frankenstein Junior, il capolavoro della commedia firmata sir Mel Brooks uscita 39 anni fa in America. Wow che periodo gli anni 70.
Si conclude oggi la speciale Frankenstein Junior week iniziata il 19 novembre con il  grande ritorno del musical “mostruosamente divertente” omonimo, interpretato dal cast della Compagnia della Rancia, in scena al Teatro Brancaccio di Roma e in seguito in tutta Italia (controllate le date del tour) e proseguita il 20 novembre con l’uscita di “Frankenstein Junior – On stage Edition”, una nuova Edizione Limitata in Blu-ray e DVD che include anche un inedito speciale tratto dal backstage del musical. Festeggiamo anche noi allora, con un po' di curiosità sul film e i suoi interpreti.
Tirate fuori le vostre gobbe, andate in soffitta, sperate che arrivi il giusto fulmine, indossiamo lo smoking e la tuba e cantiamo in coro Puttin on the ritz!

Avete presente, sempre rimanendo in tema musicale, Walk this way degli Aerosmith? E' stata scritta e composta immediatamente dopo la visione di questo film. Steve Tyler e la sua band erano in pieno periodo lavorativo per il loro nuovo album ed erano giorni che non si prendevano una sosta. Una sera, stanchi e rimasti senza idee e fiato, se ne andarono al cinema per rilassarsi, ed in proiezione c'era proprio Frankenstein Junior. Tyler ebbe l'illuminazione alla frase "camini così - walk this way", quando Igor accompagna il dr. Frankenstein giù dalla scaletta della stazione.  Il giorno dopo nacque una delle canzoni più celebri del gruppo. E pensare che Brooks la voleva togliere...

Mentre Mel Brooks preparava il film venne a sapere che Ken Strickfaden era ancora vivo. Chi è? Strickfaden era lo scenografo/addetto agli effetti speciali del Frankenstein originale, film Universal del 1931. Andò a trovarlo e gli raccontò del suo film, di voler fare una sorta di parodia del mitico mostro. Strickfaden si alzò e portò Brooks nel garage dove gli mostrò, sotto un telo bianco e mezzo metro di polvere, il macchinario usato quarant'anni prima, per l'esperimento del Dr. Frankenstein. Era li, ancora integro, sotto gli occhi umidi di un Brooks al settimo cielo. Fecero un patto e l'intero macchinario venne noleggiato per il film. Ken venne menzionato nei crediti di fine film, cosa che invece non ottenne in quello originale.

E' una delle rare volte in cui Brooks non appare in un suo film, ma lo si sente. Molti suoni che sentite sullo sfondo sono stati fatti dallo stesso regista. I lupi ululanti che accompagnano la carrozza al castello? Brooks. Il gatto colpito da una frecetta? Brooks. Persino la voce del l'originale dr. Frankenstein quando Frederick vede per la prima volta il laboratorio è sua. Insomma, il set era il suo parco giochi e lui era il clown per tutta la troupe. Alla fine, quando mancavano le ultimissime scene da girare, tutto il gruppo era così affiatato che l'idea di lasciarsi li rattristò tutti. Brooks allora creò altre scene e poi altre e poi altre ancora. Non c'è da meravigliarsi che la durata finale divenne di 4 ore circa e Brooks, insieme a Wilder, dovette tagliare molta roba. Tranquilli, a detta loro era tutto sacrificabile o erano battute loffe.
Mel Brooks e Gene Wilder erano due grandi amici, am sul set litigarono un paio di volte. La prima, fu una cosa leggera. Wilder voleva a tutti i costi che ci fosse la sequenza con Puttin on the ritz, ma Mel non era sicuro. Discussero parecchio fino a che Wilder non si buttò a terra quasi piangendo e singhiozzando. "E va bene, la facciamo!" acconsentì Mel. Non gli piaceva perchè pensava che Wilder la volesse fare solo per principio, per litigare un po' e inoltre avrebbe tolto fedeltà all'originale Universal. Si convinse della bontà della scena solo a montaggio finale, con il pubblico ululante.
La seconda fu più seria. Tutto il cast di creativi si riunì a casa di Wilder. Si stava stendendo la sceneggiatura finale quando i due iniziarono a litigare furiosamente. Brooks iniziò a urlare e a lanciare cose per tutta casa. Butto quasi giù la porta e sgommò via tra l'incredulità dei presenti. Ore dopo, Wilder ricevette una telefonata, era Brooks che diceva "Chi era quel pazzo in casa tua oggi? L'ho sentito urlare fin da qui! Non far mai entrare quella gente a casa tua, potrebbe essere pericoloso!". Era il suo modo di scusarsi.

La Columbia si rifiutò di girarlo non appena venne a sapere che sarebbe stato tutto in bianco e nero. Benissimo, disse Brooks e prese baracca e burattini e andò alla 20 Century Fox di Alan Ladd Jr. molto più elastico dei suoi colleghi. Un affarone.

Una curiosità sul rapporto libro-film che forse pochi ancora non sanno: nel romanzo capolavoro di Mary Shelley, il mostro di Frankenstein è molto diverso dalla versione cinematografica. Non è un solo uomo, un solo cadavere, ma è il frutto dell'unione di tanti pezzi (i migliori) di diversi cadaveri. Non solo, non è un tontolone senza cervello, ma anzi, dopo molto tempo e molti studi diventa una persona molto fine e molto colta, ma intrappolato in un corpo orripilante che suscita il terrore in tutte le persone che incontra.
Purtroppo nel romanzo non c'è Igor. Un Igor però appare nel seguito del film, Il figlio di Frankenstein.

Ah Igor e la sua gobba semovente. In una scena è a destra, in una a sinistra. L'idea venne a Martin Feldman, ma pochi se ne accorsero se non dopo diversi giorni. L'attore gironzolava per il set, in costume e continuava a spostare l'ubicazione della gobba ma nessuno gli diede peso. Quando venne notata venne tenuta anche per il film.
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Che stasera andiate al cinema o ve lo rivediate a casa, magari nella nuova edizione, buona visione. Ridere ancora, per delle gag che conosciamo a memoria e ormai vecchie di 40 anni, è il miglior complimento da fare a una commedia e a un comico. Chapeau!

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